Guai per la Lidl: la catena di supermercati costretta a pagare migliaia di Euro. Ecco perchè

Brutte notizie per la famosa azienda tedesca Lidl che di recente è stata costretta a sborsare parecchi Euro. Il motivo di tale esborso è clamoroso.

Lidl causa cliente lesbica
Alcuni dipendenti di un punto vendita (Facebook)

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E’ uno dei discount più amati dagli italiani, grazie ai prodotti ottimi, la grande varietà di scelta e le offerte no-food settimanali che attirano anche chi di solito preferisce altre aziende della Gdo. Parliamo ovviamente di Lidl, i supermercati che ormai sono una realtà nel nostro Paese e che continuano ad espandersi a vista d’occhio mese dopo mese.

Fondata quasi un secolo fa dal capostipite della famiglia Schwarz, inizialmente era un normale negozio di alimentari, ed è stato solo grazie all’intervento del figlio Dieder negli anni Settanta, che ha acquisito la sua attuale fisionomia di discount e cominciato l’avanzata in Europa. Oggi la compagnia ha circa 13.000 store in tutto il mondo, e più di 700 solo sul territorio italiano.

La catena dà lavoro a moltissime persone, ma non è esente da errori eclatanti, come quelli fatti dai gestori di un punto vendita, e che ha costretto la Lidl a un esborso non indifferente.

Lidl: condanna eccellente per la società tedesca

Protagonista una giovane donna omosessuale, dipendente di un supermercato nel Ravennate, che per lungo tempo è stata emarginata e bullizzata da collechi e responsabili per il suo orientamento sessuale. Ciò le ha provocato problemi di salute, oltre alla perdita del posto di lavoro. Il Tribunale della città romagnola, tuttavia, ha riconosciuto le sue ragioni e condannato la società e i suoi “aguzzini”.

 

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Ad essere sanzionati anche quattro responsabili Lidl: il caporeparto, i responsabili regionali della logistica e il procuratore specialie dell’azienda. Il primo è stato condannato a 3 mesi, mentre gli altri tre a 500 Euro di multa cadauno. Ma non è finita qui, perchè i giudici hanno stabilito una provvisionale di 30.000 Euro per Sara (questo il nome dell’ex dipendente) e danni da quantificare in sede civile anche per la sua compagna.

I guai per la Lidl non sono finiti, tuttavia, visto che i legali della donna hanno chiesto danni quantificabili tra i 70 e i 100.000 Euro. La battaglia della quarantenne, che oltre ai dileggi si è vista anche assegnare turni notturni massacranti, e ha sofferto di conseguenza di attacchi di panico, è ancora lunga.

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