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Benessere

Good Meat, la carne “buona” che non uccide gli animali, come funziona?

Scritto da
Annarita Faggioni

La “Good Meat” è una carne “buona”, perché non ha bisogno di allevamento e di macelli per poterla ottenere. Come funziona?

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(Reinhard Thrainer – Pixabay)

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Good Meat è un’azienda americana che ha deciso di commissionare dei bioreattori. A quanto si apprende questi bioreattori produrranno carne artificiale di pollo manzo senza per questo aver bisogno di utilizzare gli allevamenti, ma solo quando saranno ultimati.

La Good Meat, quindi, intende creare carne artificiale utilizzando le cellule degli animali e non gli animali stessi, in ottica cruelty free. Per fare ulteriore chiarezza, è importante sapere che la carne artificiale si può chiamare anche coltivata o in vitro, ma si tratta dello stesso prodotto.

Good meat, a che punto è la ricerca e come sarà la carne del futuro

(PublicDomainPictures – Pixabay)

La notizia balzata alle cronache lo scorso 31 maggio è importante perché, attraverso i bioreattori, i ricercatori di questa divisione della più grande società americana Eat Just – da non confondere con Just Eat, che è un’azienda che si occupa di altro – intendono ottenere carne partendo dalle cellule degli animali e nutrendole con sostanze nutritive fino a ottenere un prodotto che è identico a quello che si troverebbe in una macelleria. Tutto questo, se confermato, accadrebbe senza la crudeltà del processo di produzione e le conseguenze per l’ambiente.

Le cellule verrebbero prelevate dall’animale, ma non ci sarebbe bisogno di ucciderlo. Le cellule andrebbero poi inserite in una vasca, dove verrebbero aggiunte le sostanze nutritive. Queste vasche sarebbero contenute in un bioreattore. Per poter ottenere una produzione considerevole, la Good Meat avrebbe commissionato ben 10 di questi modelli. A pieno regime, si produrrebbero in questo modo 30 milioni di libbre di carne – circa 13 milioni e 607mila chili. Il primo mercato a ottenere questi prodotti sarà quello statunitense.

Il lancio, però, come ha affermato lo stesso CEO della Eat Just Josh Tetrick, è avvenuto a Singapore, dopo l’ok a livello normativo. Ristoranti, venditori e piattaforme di consegna potranno quindi utilizzare questa carne non di allevamento come alimento. Secondo la Food Standard Agency americana un terzo dei consumatori proverebbe la novità. È anche vero che la produzione di carne è due volte più inquinata rispetto alla produzione vegetale.

Scritto da
Annarita Faggioni