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Benessere

Tisane contaminate da glifosato e pesticidi: coinvolte alcune insospettabili marche

Scritto da
Francesca Cepparulo

Scoperta contaminazione di glifosato e pesticidi nelle tisane, alcune tra le più famose: scopri quali per cambiare prospettiva sul tuo momento benessere

Tisane
Tisane (Pixabay)

Spesso per un momento di relax, magari accompagnato alla lettura di un libro o alla visione di un film, altre come fonte di proprietà specifiche alle nostre esigenze, le tisane rappresentano un aiuto utile all’organismo. Depurative, rilassanti, detossinanti, drenanti, digestive: le modalità in cui assumerle sono numerose e di notevole impatto sulla specifica necessità.

Integrate in una dieta equilibrata possono regalare un apporto impensabile, ma non di meno, sono anche perfette per una piccola pausa rilassante dalla routine giornaliera. Un gesto per volersi bene e un valido aiuto per il corpo: o almeno così dovrebbe essere. E se quello che consideriamo un momento benessere, si rivelasse in realtà dannoso per la nostra salute?

La contaminazione da glifosato e pesticidi colpisce purtroppo anche questo settore, rendendo il risultato ben lontano dalle aspettative benefiche. Tra le marche coinvolte nell’inquinamento delle tisane, alcune sono davvero insospettabili e considerate ai più alti livelli di qualità.

Tè e tisane contaminate da pesticidi

Thè (Pixabay)

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Per sondare i livelli qualitativi del settore di tè e tisane, è stata condotta una ricerca di indagine da parte della rivista francese 60 Millions de Consommateurs. Il risultato ridimensiona il potere benefico delle numerose tipologie di questi prodotti, rilevando la presenza di altre sostanze oltre alle erbe contenute. Glifosato, pesticidi, insetticidi, fungicidi, non sono particolarmente favorevoli al benessere dell’organismo, eppure ne sarebbe stata riscontrata la presenza in alcune utilizzate marche.

I prodotti biologici hanno superato il test, evidenziando un elevato livello qualitativo, ma lo stesso destino non è capitato ad altri marchi, che hanno evidenziato una o più sostanze, alcune vietate, all’interno delle loro bustine. Sarebbero 16 quelle riscontrate in totale, con una più alta rilevanza nel tè verde, in particolare alla menta: su 12 campioni, 5 conterrebbero la presenza di residui oltre la soglia consentita. Cotterley con quattro sostanze, E. Leclerc con tre redisui e Twinings che ne evidenzia due, risulterebbero i peggiori di questa tipologia di tè.

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Per quanto riguarda il glifosato, maggiormente presente nel tè nero, su 16 prodotti sottoposti al test, sarebbero 11 quelli che ne contengono i residui. Tra questi, il tè verde Lipton, e alcuni infusi alle erbe, come Lord Nelson e Lidl.

Scritto da
Francesca Cepparulo